Capitolo I: I primi secoli (1200 circa – 1515)
L’Ordine carmelitano nacque presso il monte Carmelo in Palestina, nel sec. XII, per opera di alcuni pellegrini – crociati – chierici – laici che, seguendo un’antica tradizione, si ritirarono presso la fonte di Elia, per consacrarsi in modo totale a Dio. Essi si inserirono, perciò, nell’antica tradizione monastica orientale più antica, la quale si ispirava agli esempi del profeta Elia e dei suoi discepoli. L’Ordine carmelitano è nato in Terra Santa, ma non ha avuto un proprio fondatore come hanno la quasi totalità degli altri Ordini religiosi. Subito oltre allo spirito eliano, si inserì ben presto anche la devozione mariana. Maria, nella fede e nella quotidinità dei primi monaci carmelitani, divenne così importante da farsi chiamare: “Frates Beata Mariae de monte Carmelo”.
Sant’Alberto e la Regola Carmelitana
Alberto dei conti di Sabbioneta, nasce a Castel Gualtieri (RE) verso il 1150. Entratra i Canonici Regolari di S. Croce di Mortara (Pavia), e vi diviene priore nel 1180. Nel 1185, lo troviamo preposto a Vercelli. Eminente per la sua vita, per il suo sapere e per la sua reputazione, Alberto regge la diocesi di Vercelli per 20 anni. È un uomo che sa destreggiarsi bene. Lavora molto per mettere un po’ di ordine nella baraonda politica italiana di quel tempo. Si dimostra anche uomo di diritto che sa il fatto suo: nel 1194 detta gli Statuti dei Canonici di Biella. Nel 1205 Papa Innocenzo III lo nomina Patriarca di Gerusalemme, con l’ufficio di Legato papale per la Terrasanta. Anche lì si dimostra mediatore di pace. Sono infatti anni di guerra e di lotte, non solo fra i cristiani e musulmani, ma anche fra gli stessi re e reucci cristiani stabilitisi là con le crociate. “Noi lo dobbiamo in gran parte ai vostri sforzi – gli scrisse Papa Innocenzo III nel 1209 – , se la provincia orientale è in certa misura libera da persecuzioni e restituita alla pace”. Muore il 14 settembre del 1214, pugnalato, ad Acri, dal Maestro o Priore dell’Ospedale di S. Spirito, da lui rimproverato e deposto per la sua malavita. I Carmelitani lo venerano come loro Legislatore. Non si conosce esattamente quando S. Alberto riunì in un gruppo gli “Eremiti latini” che si erano stabiliti sul monte Carmelo, stendendo per loro la Regola. Non pochi studiosi collocano la Regola di vita data da sant’Alberto patriarca di Gerusalemme agli ermiti del monte Carmelo, fra il 1026 ed il 1214.
Da Ordine eremitico ad Ordine mendicante:
Il passaggio in Europa
Con l’approvazione del Patriarca di Gerusalemme si aggiunse l’approvazione pontificia di Onorio III (1226) e di papa Gregorio IX (1229), il che significa avere quel consolidamento base per superare le difficoltà future. Quando, però, le circostanze esterne andarono cambiando e l’ambiente del Carmelo diventò man mano sempre più insicuro a causa del ritorno dei saraceni, gli eremiti cominciarono a pensare di cercarsi altre montagne ed altre grotte, dato che il loro ideale non era condizionato da alcun luogo. Si vedono così apparire, a partire dal 1238, comunità di Carmelitani in varie nazioni dell’Occidente: Cipro, Francia, Inghilterra, Germania e Italia. Tale mutamento di ambiente portò i Carmelitani ad una evoluzione anche interiore e ad un ampliamento dei loro orizzonti. Entrarono in contatto col nuovo fenomeno religioso costituito dagli Ordini Mendicanti, ne assimilano vitalmente lo spirito e la struttura, ricevendone da Innocenzo IV nel 1247 la sanzione ufficiale. Con la Bolla di Innocenzo IV, il testo dato da sant’Alberto di Gerusalemme, si trasforma in una vera e propria regola monastica e i Carmelitani in Ordine mendicante. Sotto la Regola innocenziana il numero delle province nelle quali si suddivise furono: 9 nel 1287; 12 nel 1318; 14 nel 1321 e 18 nel 1362, con un totale di circa 12.000 religiosi a metà del XIV secolo. Tra i suoi santi emergono Alberto di Sicilia (seconda metà del XIII); il Beato Francesco da Siena (m. 1291); Pier Tommaso (m. 1366); Andrea Corsini (m. 1373) ed il beato N. Alvarez Pereira (m. 1341). Ma le varie circostanze storiche che causarono la decadenza generale della Chiesa nella seconda metà del secolo XIV, colpirono anche, come gli altri Ordini, quello Carmelitano. In primo luogo la peste nera(1348-1500) devastò conventi ed intere province, producendo in alcuni casi una vera rottura con la tradizione anteriore; infatti quando i conventi si ripopolarono, vi entrarono persone a volte prive di vocazione, oppure se entrarono con vocazione, non sempre trovavano maestri capaci ad educarli alla vita religiosa. In secondo luogo loscisma d’Occidente (1378-1435) aggravò la situazione dividendo l’Ordine sotto le due obbedienze opposte di Roma e di Avignone. In terzo luogo la guerra dei cent’anni fra Inghilterra e Francia (1337-1435), con tutto ciò che comportava d’incnedi, distruzioni… Dal Concilio di Costanza (1414-1418) fino a quello di Trento (1545-1563) il problema più urgente della Chiesa e degli Ordini religiosi sarà quello della Riforma. La situazione in cui sitrovava l’Ordine al principio del XV secolo indusse i Superiori a chiedere alla Santa Sede un niovo adattamento alla Regola perchè servisse di base alla restaurazione. La disciplina del digiuno e della penitenza stabilita dal Patriarca Alberto ed approvata da Innocenzo IV, dissuadeva i giovani del XV secolo dall’entrare nell’Ordine, e senza gioventù era impossibile sognare il rinnovamento. D’altra parte gli stessi religiosi già professi, se l’osservavano alla lettera si rovinavano la salute, e se non l’osservavano erano presi dagli scrupoli. Troppo rigidi, nella Regola, erano i passi che ordinavano di stare giorno e notte nella cella meditando la legge del Signore e vegliando in orazione. Per tutti questi motivi, il capitolo generale celebrato a Nantes nel 1430 decretò di chiedere al papa una precisazione o mitigazione su tali punti, ed Eugenio IV la concesse con la BollaRomani Pontificis, datata 15 febbraio 1432, spedita nel 1435. La Bolla permette infatti di mangiare carne tre volte la settimana e di poter uscire dalle celle ad ore convenienti per passeggiare nel chiostro o per recarsi in Chiesa. Eugenio IV non ritoccò il testo della Regola. Si limitò unicamente a queste dichiarazioni marginali, lasciando integro il testo approvato da Innocenzo IV. Con questa nuova approvazione pontificia ebbe nuovo impulso l’opera di restaurazione dell’Ordine che si realizzò poco a poco, grazie al lavoro personale dei padri Generali, dando così origine al fenomeno comune delleCongregazioni riformate. In pratica, ne sorsero in tutti gli Ordini. Nel Carmelo le più importanti furono quella Mantovana (1413-1478) e quella di Albi (1499-1602). All’interno dell’Ordine carmelitano i generali che si distensero di più furono: il beato Soreth (generale dal 1451 al 1471); il beato Battista Mantovano ((generale dal 1513 al 1516); Nicola Audet ((generale dal 1524 al 1562) e Gian Battista Rossi (Rubeo), vicario generale nel 1562 e generale dal 1564 al 1578. Con la piena accolgienza dei decreti di Riforma del Concilio di Trento,l’Ordine recuperò l’antica prosperità raggiungendo la cifra di 15.000 membri prima delle soppressioni dei secoli XVIII e XIX.
Sant’Alberto e la Regola Carmelitana
Alberto dei conti di Sabbioneta, nasce a Castel Gualtieri (RE) verso il 1150. Entratra i Canonici Regolari di S. Croce di Mortara (Pavia), e vi diviene priore nel 1180. Nel 1185, lo troviamo preposto a Vercelli. Eminente per la sua vita, per il suo sapere e per la sua reputazione, Alberto regge la diocesi di Vercelli per 20 anni. È un uomo che sa destreggiarsi bene. Lavora molto per mettere un po’ di ordine nella baraonda politica italiana di quel tempo. Si dimostra anche uomo di diritto che sa il fatto suo: nel 1194 detta gli Statuti dei Canonici di Biella. Nel 1205 Papa Innocenzo III lo nomina Patriarca di Gerusalemme, con l’ufficio di Legato papale per la Terrasanta. Anche lì si dimostra mediatore di pace. Sono infatti anni di guerra e di lotte, non solo fra i cristiani e musulmani, ma anche fra gli stessi re e reucci cristiani stabilitisi là con le crociate. “Noi lo dobbiamo in gran parte ai vostri sforzi – gli scrisse Papa Innocenzo III nel 1209 – , se la provincia orientale è in certa misura libera da persecuzioni e restituita alla pace”. Muore il 14 settembre del 1214, pugnalato, ad Acri, dal Maestro o Priore dell’Ospedale di S. Spirito, da lui rimproverato e deposto per la sua malavita. I Carmelitani lo venerano come loro Legislatore. Non si conosce esattamente quando S. Alberto riunì in un gruppo gli “Eremiti latini” che si erano stabiliti sul monte Carmelo, stendendo per loro la Regola. Non pochi studiosi collocano la Regola di vita data da sant’Alberto patriarca di Gerusalemme agli ermiti del monte Carmelo, fra il 1026 ed il 1214.
Da Ordine eremitico ad Ordine mendicante:
Il passaggio in Europa
Con l’approvazione del Patriarca di Gerusalemme si aggiunse l’approvazione pontificia di Onorio III (1226) e di papa Gregorio IX (1229), il che significa avere quel consolidamento base per superare le difficoltà future. Quando, però, le circostanze esterne andarono cambiando e l’ambiente del Carmelo diventò man mano sempre più insicuro a causa del ritorno dei saraceni, gli eremiti cominciarono a pensare di cercarsi altre montagne ed altre grotte, dato che il loro ideale non era condizionato da alcun luogo. Si vedono così apparire, a partire dal 1238, comunità di Carmelitani in varie nazioni dell’Occidente: Cipro, Francia, Inghilterra, Germania e Italia. Tale mutamento di ambiente portò i Carmelitani ad una evoluzione anche interiore e ad un ampliamento dei loro orizzonti. Entrarono in contatto col nuovo fenomeno religioso costituito dagli Ordini Mendicanti, ne assimilano vitalmente lo spirito e la struttura, ricevendone da Innocenzo IV nel 1247 la sanzione ufficiale. Con la Bolla di Innocenzo IV, il testo dato da sant’Alberto di Gerusalemme, si trasforma in una vera e propria regola monastica e i Carmelitani in Ordine mendicante. Sotto la Regola innocenziana il numero delle province nelle quali si suddivise furono: 9 nel 1287; 12 nel 1318; 14 nel 1321 e 18 nel 1362, con un totale di circa 12.000 religiosi a metà del XIV secolo. Tra i suoi santi emergono Alberto di Sicilia (seconda metà del XIII); il Beato Francesco da Siena (m. 1291); Pier Tommaso (m. 1366); Andrea Corsini (m. 1373) ed il beato N. Alvarez Pereira (m. 1341). Ma le varie circostanze storiche che causarono la decadenza generale della Chiesa nella seconda metà del secolo XIV, colpirono anche, come gli altri Ordini, quello Carmelitano. In primo luogo la peste nera(1348-1500) devastò conventi ed intere province, producendo in alcuni casi una vera rottura con la tradizione anteriore; infatti quando i conventi si ripopolarono, vi entrarono persone a volte prive di vocazione, oppure se entrarono con vocazione, non sempre trovavano maestri capaci ad educarli alla vita religiosa. In secondo luogo loscisma d’Occidente (1378-1435) aggravò la situazione dividendo l’Ordine sotto le due obbedienze opposte di Roma e di Avignone. In terzo luogo la guerra dei cent’anni fra Inghilterra e Francia (1337-1435), con tutto ciò che comportava d’incnedi, distruzioni… Dal Concilio di Costanza (1414-1418) fino a quello di Trento (1545-1563) il problema più urgente della Chiesa e degli Ordini religiosi sarà quello della Riforma. La situazione in cui sitrovava l’Ordine al principio del XV secolo indusse i Superiori a chiedere alla Santa Sede un niovo adattamento alla Regola perchè servisse di base alla restaurazione. La disciplina del digiuno e della penitenza stabilita dal Patriarca Alberto ed approvata da Innocenzo IV, dissuadeva i giovani del XV secolo dall’entrare nell’Ordine, e senza gioventù era impossibile sognare il rinnovamento. D’altra parte gli stessi religiosi già professi, se l’osservavano alla lettera si rovinavano la salute, e se non l’osservavano erano presi dagli scrupoli. Troppo rigidi, nella Regola, erano i passi che ordinavano di stare giorno e notte nella cella meditando la legge del Signore e vegliando in orazione. Per tutti questi motivi, il capitolo generale celebrato a Nantes nel 1430 decretò di chiedere al papa una precisazione o mitigazione su tali punti, ed Eugenio IV la concesse con la BollaRomani Pontificis, datata 15 febbraio 1432, spedita nel 1435. La Bolla permette infatti di mangiare carne tre volte la settimana e di poter uscire dalle celle ad ore convenienti per passeggiare nel chiostro o per recarsi in Chiesa. Eugenio IV non ritoccò il testo della Regola. Si limitò unicamente a queste dichiarazioni marginali, lasciando integro il testo approvato da Innocenzo IV. Con questa nuova approvazione pontificia ebbe nuovo impulso l’opera di restaurazione dell’Ordine che si realizzò poco a poco, grazie al lavoro personale dei padri Generali, dando così origine al fenomeno comune delleCongregazioni riformate. In pratica, ne sorsero in tutti gli Ordini. Nel Carmelo le più importanti furono quella Mantovana (1413-1478) e quella di Albi (1499-1602). All’interno dell’Ordine carmelitano i generali che si distensero di più furono: il beato Soreth (generale dal 1451 al 1471); il beato Battista Mantovano ((generale dal 1513 al 1516); Nicola Audet ((generale dal 1524 al 1562) e Gian Battista Rossi (Rubeo), vicario generale nel 1562 e generale dal 1564 al 1578. Con la piena accolgienza dei decreti di Riforma del Concilio di Trento,l’Ordine recuperò l’antica prosperità raggiungendo la cifra di 15.000 membri prima delle soppressioni dei secoli XVIII e XIX.