Introduzione alla storia dei Padri Carmelitani Scalzi
1. IL MONTE CARMELO
Il tuo capo si erge su di te come il Carmelo
e la chioma del tuo capo è come la porpora;
un re è stato preso dalle tue trecce” (Cantico dei Cantici 7, 6)Nell’Antico Testamento il Monte Carmelo viene citato dai profeti quando vogliono esprimere concetti come Bellezza, Grazia o una Pesenzaimportante: “Le è data la gloria del Libano, lo splendore del Carmelo e di Saròn (Isaia 35, 2) e Per la mia vita – dice il re il cui nome è Signore degli eserciti - uno verrà, simile al Tabor fra le montagne, come il Carmelo presso il mare (Geremia 46, 18)”. Il Carmelo è una catena montuosa, arido nella stagione secca, ma ricco di vigneti e di lussureggiante vegetazione nei più belli. si elva dal promontorio dove oggi vi è la città di Haifa, verso sud ovest, sino a raggiungere l’altezza di 552 m., per un’estensione di circa 30 Km di lunghezza e circa 15 km di larghezza. Ha un terreno calcare – cretaceo che favorisce, nei mesi da marzo a novembre, la riserva delle acque durante le pioggie torrenziali, formando così dei serbatoi naturali che in alcuni mesi dell’anno lo rendono molto fertile. E’ il monte dei profeti Elia ed Eliseo; e’ il monte di Maria, infatti Nazareth non dista molto lontano dal Carmelo.
2. EL MUKHRAQAH: “IL SACRIFICIO”
Il profeta Elia spese tutta la vita a combattere contro l’idolatria, minaccia costante e forte all’interno del popolo d’Israele. Per capire il dramma dell’idolatria in Israele ai tempi del profeta, è bene illustrarne seppur brevemente un pò di storia. Alla morte di Salomone, figlio del re Davide, il regno d’Israele si divise in due parti fra i suoi due figli: Geroboamo divenne re nel regno d’Israele (o detto anche del nord) e Roboamo divenne re in quello di Giuda (detto anche del sud e questa divisione nei due regni ci viene narrata nel libro primo libro dei Re ai capitoli 12 – 14). Ma il vero fondatore del regno d’Israele è il re Omri (876 – 869), sotto il quale il regno del nord conobbe una grande prosperità, che si manifestò nella costruzione delle città di Samaria e di Meghiddo. Fu la sua politica di che lo portò ad allearsi prima con il re fenicio di Tiro Ecbaal, e poi sposando la figlia del suo successore chiamata Gezabele. Gezabele introdusse, col consenso di re Acab, il culto fenicio di Baal anche attraverso la costruzione di un tempio idolatrico nella capitale stessa, mentre il culto mosaico veniva sistemticamente eliminato, attraverso l’uccisione dei suoi profeti e la persecuzione dei fedeli.
All’improvviso appare nella storia d’Israele il profeta Elia. Entra in scena senza nessuna presentazione, nessun racconto sulla sua vocazione e nessuna genealogia: “ Elia, il Tisbita, uno degli abitanti di Gàlaad, disse ad Acab: Per la vita del Signore, Dio di Israele, alla cui presenza io sto, in questi anni non ci sarà né rugiada né pioggia, se non quando lo dirò io (1 Re, 17)”. Ma il suo zelo si manifesterà nella celebre sfida con i sacerdoti di Baal sul monte Carmelo
Lo zelo del profeta Elia ebbe il culmine nella celebre sfida contro i sacerdoti di Baal sul Carmelo. Questo scontro fu fra i più drammatici di tutta la storia d’Israele, perchè pose di fronte direttamente il Dio d’Israele e Baal (il dio simbolo della religine pagana): “Acab convocò tutti gli Israeliti e radunò i profeti sul monte Carmelo. Elia si accostò a tutto il popolo e disse: “Fino a quando zoppicherete con i due piedi? Se il Signore è Dio, seguitelo! Se invece lo è Baal, seguite lui!”. Il popolo non gli rispose nulla. Elia aggiunse al popolo: “Sono rimasto solo, come profeta del Signore, mentre i profeti di Baal sono quattrocentocinquanta. Dateci due giovenchi; essi se ne scelgano uno, lo squartino e lo pongano sulla legna senza appiccarvi il fuoco. Io preparerò l’altro giovenco e lo porrò sulla legna senza appiccarvi il fuoco. Voi invocherete il nome del vostro dio e io invocherò quello del Signore. La divinità che risponderà concedendo il fuoco è Dio!”. Tutto il popolo rispose: “La proposta è buona!”. Elia disse ai profeti di Baal: “Sceglietevi il giovenco e cominciate voi perché siete più numerosi. Invocate il nome del vostro Dio, ma senza appiccare il fuoco”. Quelli presero il giovenco, lo prepararono e invocarono il nome di Baal dal mattino fino a mezzogiorno, gridando: “Baal, rispondici!”. Ma non si sentiva un alito, né una risposta. Quelli continuavano a saltare intorno all’altare che avevano eretto. Essendo già mezzogiorno, Elia cominciò a beffarsi di loro dicendo: “Gridate con voce più alta, perché egli è un dio! Forse è soprappensiero oppure indaffarato o in viaggio; caso mai fosse addormentato, si sveglierà”. Gridarono a voce più forte e si fecero incisioni, secondo il loro costume, con spade e lance, fino a bagnarsi tutti di sangue. Passato il mezzogiorno, quelli ancora agivano da invasati ed era venuto il momento in cui si sogliono offrire i sacrifici, ma non si sentiva alcuna voce né una risposta né un segno di attenzione. Elia disse a tutto il popolo: “Avvicinatevi!”. Tutti si avvicinarono. Si sistemò di nuovo l’altare del Signore che era stato demolito. Elia prese dodici pietre, secondo il numero delle tribù dei discendenti di Giacobbe, al quale il Signore aveva detto: “Israele sarà il tuo nome”. Con le pietre eresse un altare al Signore; scavò intorno un canaletto, capace di contenere due misure di seme. Dispose la legna, squartò il giovenco e lo pose sulla legna. Quindi disse: “Riempite quattro brocche d’acqua e versatele sull’olocausto e sulla legna!”. Ed essi lo fecero. Egli disse: “Fatelo di nuovo!”. Ed essi ripeterono il gesto. Disse ancora: “Per la terza volta!”. Lo fecero per la terza volta. L’acqua scorreva intorno all’altare; anche il canaletto si riempì d’acqua. Al momento dell’offerta si avvicinò il profeta Elia e disse: “Signore, Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe, oggi si sappia che tu sei Dio in Israele e che io sono tuo servo e che ho fatto tutte queste cose per tuo comando. Rispondimi, Signore, rispondimi e questo popolo sappia che tu sei il Signore Dio e che converti il loro cuore!”. Cadde il fuoco del Signore e consumò l’olocausto, la legna, le pietre e la cenere, prosciugando l’acqua del canaletto. A tal vista, tutti si prostrarono a terra ed esclamarono: “Il Signore è Dio! Il Signore è Dio!”. Elia disse loro: “Afferrate i profeti di Baal; non ne scappi uno!”. Li afferrarono. Elia li fece scendere nel torrente Kison, ove li scannò (1Re 17-19)”. Il luogo dove sarebbe avvenuto tutto questo, secondo la tradizione, è sulla cima meridionale del monte Carmelo, luogo che gli arabi chiamano Mukhraqah (= luogo dell’olocausto) al cui margine occidentale si eleva il convento carmelitano di sant’Elia dove al suo interno vi è una statua della profeta Elia che ricorda l’avvenimento.
Il tuo capo si erge su di te come il Carmelo
e la chioma del tuo capo è come la porpora;
un re è stato preso dalle tue trecce” (Cantico dei Cantici 7, 6)Nell’Antico Testamento il Monte Carmelo viene citato dai profeti quando vogliono esprimere concetti come Bellezza, Grazia o una Pesenzaimportante: “Le è data la gloria del Libano, lo splendore del Carmelo e di Saròn (Isaia 35, 2) e Per la mia vita – dice il re il cui nome è Signore degli eserciti - uno verrà, simile al Tabor fra le montagne, come il Carmelo presso il mare (Geremia 46, 18)”. Il Carmelo è una catena montuosa, arido nella stagione secca, ma ricco di vigneti e di lussureggiante vegetazione nei più belli. si elva dal promontorio dove oggi vi è la città di Haifa, verso sud ovest, sino a raggiungere l’altezza di 552 m., per un’estensione di circa 30 Km di lunghezza e circa 15 km di larghezza. Ha un terreno calcare – cretaceo che favorisce, nei mesi da marzo a novembre, la riserva delle acque durante le pioggie torrenziali, formando così dei serbatoi naturali che in alcuni mesi dell’anno lo rendono molto fertile. E’ il monte dei profeti Elia ed Eliseo; e’ il monte di Maria, infatti Nazareth non dista molto lontano dal Carmelo.
2. EL MUKHRAQAH: “IL SACRIFICIO”
Il profeta Elia spese tutta la vita a combattere contro l’idolatria, minaccia costante e forte all’interno del popolo d’Israele. Per capire il dramma dell’idolatria in Israele ai tempi del profeta, è bene illustrarne seppur brevemente un pò di storia. Alla morte di Salomone, figlio del re Davide, il regno d’Israele si divise in due parti fra i suoi due figli: Geroboamo divenne re nel regno d’Israele (o detto anche del nord) e Roboamo divenne re in quello di Giuda (detto anche del sud e questa divisione nei due regni ci viene narrata nel libro primo libro dei Re ai capitoli 12 – 14). Ma il vero fondatore del regno d’Israele è il re Omri (876 – 869), sotto il quale il regno del nord conobbe una grande prosperità, che si manifestò nella costruzione delle città di Samaria e di Meghiddo. Fu la sua politica di che lo portò ad allearsi prima con il re fenicio di Tiro Ecbaal, e poi sposando la figlia del suo successore chiamata Gezabele. Gezabele introdusse, col consenso di re Acab, il culto fenicio di Baal anche attraverso la costruzione di un tempio idolatrico nella capitale stessa, mentre il culto mosaico veniva sistemticamente eliminato, attraverso l’uccisione dei suoi profeti e la persecuzione dei fedeli.
All’improvviso appare nella storia d’Israele il profeta Elia. Entra in scena senza nessuna presentazione, nessun racconto sulla sua vocazione e nessuna genealogia: “ Elia, il Tisbita, uno degli abitanti di Gàlaad, disse ad Acab: Per la vita del Signore, Dio di Israele, alla cui presenza io sto, in questi anni non ci sarà né rugiada né pioggia, se non quando lo dirò io (1 Re, 17)”. Ma il suo zelo si manifesterà nella celebre sfida con i sacerdoti di Baal sul monte Carmelo
Lo zelo del profeta Elia ebbe il culmine nella celebre sfida contro i sacerdoti di Baal sul Carmelo. Questo scontro fu fra i più drammatici di tutta la storia d’Israele, perchè pose di fronte direttamente il Dio d’Israele e Baal (il dio simbolo della religine pagana): “Acab convocò tutti gli Israeliti e radunò i profeti sul monte Carmelo. Elia si accostò a tutto il popolo e disse: “Fino a quando zoppicherete con i due piedi? Se il Signore è Dio, seguitelo! Se invece lo è Baal, seguite lui!”. Il popolo non gli rispose nulla. Elia aggiunse al popolo: “Sono rimasto solo, come profeta del Signore, mentre i profeti di Baal sono quattrocentocinquanta. Dateci due giovenchi; essi se ne scelgano uno, lo squartino e lo pongano sulla legna senza appiccarvi il fuoco. Io preparerò l’altro giovenco e lo porrò sulla legna senza appiccarvi il fuoco. Voi invocherete il nome del vostro dio e io invocherò quello del Signore. La divinità che risponderà concedendo il fuoco è Dio!”. Tutto il popolo rispose: “La proposta è buona!”. Elia disse ai profeti di Baal: “Sceglietevi il giovenco e cominciate voi perché siete più numerosi. Invocate il nome del vostro Dio, ma senza appiccare il fuoco”. Quelli presero il giovenco, lo prepararono e invocarono il nome di Baal dal mattino fino a mezzogiorno, gridando: “Baal, rispondici!”. Ma non si sentiva un alito, né una risposta. Quelli continuavano a saltare intorno all’altare che avevano eretto. Essendo già mezzogiorno, Elia cominciò a beffarsi di loro dicendo: “Gridate con voce più alta, perché egli è un dio! Forse è soprappensiero oppure indaffarato o in viaggio; caso mai fosse addormentato, si sveglierà”. Gridarono a voce più forte e si fecero incisioni, secondo il loro costume, con spade e lance, fino a bagnarsi tutti di sangue. Passato il mezzogiorno, quelli ancora agivano da invasati ed era venuto il momento in cui si sogliono offrire i sacrifici, ma non si sentiva alcuna voce né una risposta né un segno di attenzione. Elia disse a tutto il popolo: “Avvicinatevi!”. Tutti si avvicinarono. Si sistemò di nuovo l’altare del Signore che era stato demolito. Elia prese dodici pietre, secondo il numero delle tribù dei discendenti di Giacobbe, al quale il Signore aveva detto: “Israele sarà il tuo nome”. Con le pietre eresse un altare al Signore; scavò intorno un canaletto, capace di contenere due misure di seme. Dispose la legna, squartò il giovenco e lo pose sulla legna. Quindi disse: “Riempite quattro brocche d’acqua e versatele sull’olocausto e sulla legna!”. Ed essi lo fecero. Egli disse: “Fatelo di nuovo!”. Ed essi ripeterono il gesto. Disse ancora: “Per la terza volta!”. Lo fecero per la terza volta. L’acqua scorreva intorno all’altare; anche il canaletto si riempì d’acqua. Al momento dell’offerta si avvicinò il profeta Elia e disse: “Signore, Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe, oggi si sappia che tu sei Dio in Israele e che io sono tuo servo e che ho fatto tutte queste cose per tuo comando. Rispondimi, Signore, rispondimi e questo popolo sappia che tu sei il Signore Dio e che converti il loro cuore!”. Cadde il fuoco del Signore e consumò l’olocausto, la legna, le pietre e la cenere, prosciugando l’acqua del canaletto. A tal vista, tutti si prostrarono a terra ed esclamarono: “Il Signore è Dio! Il Signore è Dio!”. Elia disse loro: “Afferrate i profeti di Baal; non ne scappi uno!”. Li afferrarono. Elia li fece scendere nel torrente Kison, ove li scannò (1Re 17-19)”. Il luogo dove sarebbe avvenuto tutto questo, secondo la tradizione, è sulla cima meridionale del monte Carmelo, luogo che gli arabi chiamano Mukhraqah (= luogo dell’olocausto) al cui margine occidentale si eleva il convento carmelitano di sant’Elia dove al suo interno vi è una statua della profeta Elia che ricorda l’avvenimento.